La manifestazione

La tradizionale festa patronale di San Savino a Ivrea si arricchisce quest’anno di eventi contemporanei per offrire a cittadini e turisti una pluralità di elementi aventi come unico grande palcoscenico la nostra città.

“Il Santo, i Cavalli, le Vie” vuole proprio evidenziare come questi tre ambiti siano i pilastri attorno a cui è stata concepita l’edizione 2024.

Il Santo

Il 7 luglio Ivrea festeggia il suo Santo Patrono: San Savino. Un santo molto conosciuto in Umbria, regione in cui nacque e visse a cavallo tra il III e il IV secolo d.C. e da cui non si allontanò mai fino alla morte, avvenuta per martirio. Un santo che arrivò ad Ivrea ben seicento anni dopo la morte. Di certo un caso curioso. Ripercorriamone la storia: Savino fu vescovo di Spoleto ed esercitò con zelo la sua missione apostolica operando larghe conversioni fra i pagani; fu per questo inevitabile che, al tempo della terribile persecuzione contro i cristiani iniziata da Diocleziano nel 303, venisse arrestato ad Assisi con i suoi diaconi. In quella occasione, il prefetto Venustiano presentò a Savino e ai suoi fedelissimi una effige di Giove, ordinando loro di adorarla. Il vescovo non solo si rifiutò ma afferrò con entrambe le mani la statuetta e la gettò per terra. Questo gesto di sfida fu immediatamente punito con il taglio delle mani. Da quel momento in avanti, Savino operò una serie di miracoli col solo tocco dei suoi moncherini e tra la popolazione si diffuse rapidamente la curiosità e l’attenzione verso di lui, tanto che l’imperatore Massimiano, allo scopo di intimidire i cristiani, lo fece pubblicamente uccidere a bastonate. Le sue mani vennero gelosamente custodite nei secoli dalla sua cerchia.

Il martirio di San Savino è illustrato nel Duomo di Ivrea da un pregevole affresco del pittore Carlo Cogrossi sulla parete sinistra della cappella del Santissimo Sacramento. Esso raffigura il momento in cui Venustiano, con gesto d’ira, ordina ai carnefici di abbassare la scure sulla mano sinistra del martire.

La storia del Santo Patrono di Ivrea, con un salto temporale di ben seicento anni, continua nel X secolo quando il corpo di San Savino venne trasferito da Spoleto a Ivrea. Tanto Spoleto quanto Ivrea nel 950 facevano parte del regno d’Italia il cui re assunse il titolo di Berengario II, Marchese di Ivrea. I Marchesi di Ivrea erano anche Duchi di Spoleto e Berengario II aveva conferito quel Ducato al proprio figlio Corrado Conone. In quel periodo a Spoleto infieriva la peste e il Duca Corrado, per non rischiare di essere contagiato, si rifugiò a Ivrea e scelse di portare con sé il corpo del Santo martire. Anche a Ivrea infieriva la peste, ma con minore intensità che a Spoleto. Al suo arrivo, il corteo ducale fu fermato alle porte della città eporediese.

Lì era accoccolato un povero zoppo che chiedeva l’elemosina e i seguaci del duca, mossi a compassione, lo esortarono a raccomandarsi con fiducia al Santo che stavano trasportando. Il povero zoppo così fece e subito guarì, correndo in città a divulgare la notizia del miracolo. Fu così che i cittadini di Ivrea andarono incontro al corteo che trasportava il Santo e lo scortarono fino in Cattedrale invocandolo con gran devozione: Savino, che “rese immune questa città dalla serpeggiante pestilenza”. Fu allora che Savino venne proclamato Santo protettore della città di Ivrea e le sue reliquie vennero raccolte in un’urna di marmo e poste sotto l’altar maggiore nella facciata. La festa veniva inizialmente celebrata il 24 di gennaio ma poi fu spostata al 7 luglio verso la metà del 1700, per evitare ‘i ghiacci e le nevi che per solito ingombrano in tal tempo le strade’. Da più di mille anni San Savino, il Santo che arrivò nella nostra città molto tempo dopo il suo martirio, riposa nella nostra Cattedrale.

I cavalli

La città di Ivrea è fortemente legata ai cavalli e alcune sue storiche manifestazioni ruotano attorno a questo splendido animale. Il nome stesso della città, Eporedia – di origine romana su radice celtica – significherebbe proprio ‘stazione di cambio cavalli’. Nell’eporediese sono ancora oggi presenti molte scuole ippiche, alcune affiliate alla FISE (Sport Equestri), in cui i giovani possono avvicinarsi e appassionarsi alla monta. Durante la festa patronale di San Savino si svolge una secolare fiera equina, manifestazione che potrebbe già essere stata presente dal momento in cui le spoglie di san Savino arrivarono a Ivrea. Ancora oggi la Fiera Equina di Ivrea è una delle fiere equestri più importanti del nord Italia. La fiera si è svolta nel tempo in diversi punti della città, prima di arrivare alla attuale collocazione in Parco Dora: fino agli anni ’60 si svolgeva su Corso Botta, con i cavalli sul lato sinistro sotto le piante, e cadeva sempre il giorno seguente il 7 luglio, qualunque giorno fosse. In seguito alla costruzione del Foro Boario in Via Lago Sirio, la Fiera fu lì spostata e ci stette per oltre 20 anni. Alla fine degli anni ’80 il Foro Boario venne smantellato e la fiera fu spostata prima in Via Circonvallazione, poi al Circolo Ippico; questo sino al 1996, quando la fiera tornò nel centro storico, lungo Corso Botta e ai giardini pubblici. Vista l’importanza dell’appuntamento, nel 1984 venne formalmente istituito il Comitato Comunale per le Fiere. Inizialmente aperta anche ai bovini (come documentato da un manifesto del 1892), la Fiera Equina di San Savino ha avuto per molto tempo un ruolo prettamente commerciale, richiamando dai dintorni numerosi contadini, che venivano a Ivrea a comprare i cavalli per il lavoro nelle campagne. Con l’avvento dei mezzi motorizzati nell’agricoltura, la tipologia degli animali presentati in fiera si è man mano modificata, anche contestualmente alla nascente passione per i cavalli da carrozza, utilizzati durante il carnevale nei carri da getto e nelle sfilate. La cultura equestre radicata da tempo andò ad alimentare una vera e propria tradizione, che dagli anni ’80 ha visto sfilare tra le strade della città un numero sempre crescente di attacchi (singoli, pariglie e tiri a quattro) con legni originali o repliche, finimenti per la maggior parte realizzati dai fratelli Moirano – famosi in tutto il mondo per le loro creazioni artigianali. Se inizialmente le razze più presenti erano iugoslave, ungheresi e da tiro pesante rapido, attualmente si è passati a razze più eleganti in particolare olandesi, tipo Gelderland e frisoni. Durante la fiera, una qualificata giuria valuta morfologicamente i soggetti delle varie razze presentati sui ring, singolarmente o in coppia, stilando una classifica. I vincenti delle varie categorie partecipano al “Best in Show”, quando viene scelto il soggetto più bello di tutta la manifestazione.

Le vie e la contaminazione artistica

La festa di San Savino ha da sempre richiamato cittadini e visitatori per le vie della città di Ivrea, rendendolo uno degli appuntamenti immancabili dell’estate eporediese. L’edizione 2024 si arricchisce di elementi contemporanei disseminati in città, che completano e integrano il programma già collaudato delle cerimonie religiose in onore del Santo Patrono e degli eventi che gravitano attorno al mondo dei cavalli, tra cui spicca la Fiera Equina. E così bambini, appassionati di cavalli, fedeli, ma anche curiosi e visitatori di passaggio, potranno muoversi tra le vie e le piazze lasciandosi contaminare e divertire da letture di poesie, incursioni itineranti di danza per le strade e sui balconi del centro storico, spettacoli di circo urbano per grandi e piccini. “Accorrete numerosi!”